Una missione del Fondo Monetario Internazionale (FMI) guidata da Borja Gracia ha visitato San Marino dal 4 all'8 aprile 2022 per discutere con le autorità sammarinesi i recenti sviluppi economici. L'anno scorso San Marino ha registrato una robusta ripresa, sostenuta dal boom delle esportazioni e dal rimbalzo del turismo.
Secondo i risultati preliminari, la performance economica di San Marino è stata notevole negli ultimi due anni. Tuttavia, l'aumento dei prezzi dell'energia - inferiore a quello dei Paesi vicini -, l'indebolimento della domanda esterna e l'inasprimento delle condizioni finanziarie internazionali incideranno sulla crescita futura. Questo contesto difficile, unito al rinnovo dell'Eurobond, richiede un ulteriore rafforzamento degli ammortizzatori. Il mantenimento di livelli sani di riserve di bilancio e del settore finanziario è fondamentale per preservare la stabilità e la fiducia in un'economia euro-izzata come quella sammarinese. In particolare, è necessario approvare e attuare senza indugio un ambizioso consolidamento fiscale e ulteriori sforzi per affrontare l'elevato numero di prestiti non performanti e migliorare la capitalizzazione delle banche.
Negli ultimi due anni l'economia sammarinese ha registrato una crescita robusta con un mercato del lavoro forte, una maggiore fiducia e una notevole stabilità. Con una crescita prevista all'8,3% per il 2021, il forte slancio è stato mantenuto fino a quest'anno, con un livello di attività economica significativamente superiore ai livelli pre-pandemici.
La forte domanda esterna ha dato impulso al settore manifatturiero e la ripresa del turismo ha portato a una forte attività economica che, unita a una maggiore fiducia, ha fatto aumentare i depositi del governo e del settore bancario e le riserve internazionali. In questo contesto, l'occupazione ha raggiunto il livello più alto in oltre un decennio e la rigidità del mercato del lavoro interno ha indotto le autorità a liberalizzare l'occupazione transfrontaliera. Allo stesso tempo, il settore bancario ha registrato un continuo aumento dei depositi e un miglioramento della liquidità, della redditività e della capitalizzazione.
In ogni caso, con l'aumento dei prezzi dell'energia, l'inasprimento delle condizioni finanziarie e la crescente incertezza globale, si prevede un rallentamento dell'attività. Gli aumenti dei prezzi dell'energia stanno erodendo il reddito delle famiglie e i margini di profitto delle imprese. Insieme all'indebolimento della domanda esterna, si prevede che questi sviluppi contribuiranno a una marcata decelerazione dell'attività economica e al deterioramento dell'avanzo delle partite correnti e delle riserve internazionali, man mano che l'economia si adeguerà allo shock negativo del mercato.
Con il rallentamento dell'attività, le entrate fiscali subiranno un impatto, mentre l'inflazione può aumentare le pressioni sulla spesa, aggiungendo alle sfide fiscali preesistenti. I rischi di ribasso legati all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, in particolare un'ulteriore interruzione delle forniture energetiche in Europa, continuano a dominare le prospettive, anche se la notevole resistenza dell'economia negli ultimi anni potrebbe fornire qualche rischio di rialzo. A questo proposito, i cauti aumenti salariali concordati nella recente contrattazione collettiva del settore industriale contribuiranno a preservare l'occupazione in caso di indebolimento dell'economia, fornendo una gradita flessibilità al mercato del lavoro. Il rollover dell'Eurobond all'inizio del 2024 rimane un rischio.